La storia del teatro ad Amandola percorre sentieri simili a quelli dell’intera regione. Se primi accenni di rappresentazioni profane possono individuarsi già verso la metà del quattrocento, ad Amandola come nel resto del territorio regionale, i primi teatri stabili per un pubblico sensibile alla cultura ed alle novità dell’epoca risalgono alla metà del secolo successivo. I documenti originali riferiti dal Ferranti (1891) riguardanti la rappresentazione di S. Caterina sono datati 1588 ma già quattro anni prima una richiesta di sovvenzione era stata inoltrata al Comune. Sembra che una sala adibita a rappresentazioni teatrali fosse collocata all’interno del palazzo pretoriale ed un secolo dopo (1698) si sentì l’esigenza di un nuovo edificio più capiente e consono alle nuove mode di rappresentare. Che l’esigenza di perseguire un programma teatrale e di mantenere e sviluppare un luogo deputato a ciò sia stata sentita non solo dalla gioventù ma dagli stessi amministratori pubblici, si evince anche da un’altra delibera del Consiglio comunale del febbraio 1714 e nel 1734 ulteriori restauri dovevano essere compiuti sull’edificio. L’attuale assetto del Teatro La Fenice ricalca le innovazioni mutuate dai grandi teatri italiani verificatesi nell’ottocento con l’adozione di una pianta ellittica, come il teatro dell’Aquila a Fermo e tre ordini di palchi sovrastati dal loggione a galleria con arcate definite da ringhiere a piastrini. Sulla volta in prossimità del proscenio stucchi raffiguranti festoni, putti e medaglioni in stile neoclassico con contaminazioni liberty, le allegorie della Commedia e della Musica mentre al centro la figura della Musica, sovrastata dal genio, completano la originale decorazione dell’Amandolese Vittorio Pascucci, Il Teatro è rimasto chiuso dal 1958, subendo un restauro iniziato del 1991 e protrattosi sino ad oggi.
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