Eugenio Federico Massi nasce a Monteprandone il 13 agosto 1875. L’idea di farsi frate nasce in giovane età frequentando il convento di San Giacomo a Monteprandone. Nel 1890 ottiene i voti religiosi a Camporotondo, vestendo l’abito francescano. Negli anni successivi frequenta corsi di Lettere e di Filosofia e si reca a Sassoferrato per gli studi superiori. Insegna filosofia ai giovani frati marchigiani, ottiene il titolo di “Lettore Generale” ma poi sente che la sua vocazione è un’altra: decide così di partire come missionario per la Cina, dove in quei giorni era scoppiata la persecuzione dei Boxers, una setta di fanatici anticristiani che martirizzano vescovi, sacerdoti e suore. Arriva in Cina il 23 gennaio 1903. Fronteggia il tifo, studia il cinese, nel giro di un anno riesce così ad ascoltare le confessioni dei cristiani locali e fare i primi discorsi. Costruisce chiese, orfanotrofi, chiede di essere inviato nei distretti missionari più disagiati.Progetta acquedotti per l’irrigazione, costruisce case di accoglienza per anziani abbandonati e donne sole. Apre scuole.Nel 1910, Papa Pio X lo nomina Vescovo Titolare di Giaffa e Vicario Apostolico dello Shansi Settentrionale, un territorio più vasto di tutta l’Italia. Massi ha 34 anni. Con il tempo, anche le autorità cinesi riconoscono in lui un costruttore di pace e un benefattore sociale. In mezzo a guerre per bande e stragi da parte di banditi, gestisce ospedali. La rivoluzione comunista espropria anche i missionari. Ma lui riesce a mantenere aperti gli ospedali cattolici ed anche le scuole, pur accettando compromessi con i programmi governativi.Con l’invasione della Cina da parte del Giappone, nel 1937, Padre Eugenio con altri vescovi dà vita ad un Comitato Cattolico collegato alla Croce Rossa Internazionale che gli permette di operare a vasto raggio per aiutare famiglie, orfani, profughi, feriti. Riesce a far rispettare dai belligeranti la costituzione di una zona neutra, dove possano rifugiarsi le famiglie evacuate. Con gli sviluppi della Seconda Guerra Mondiale, l’esercito nipponico interna ogni italiano, visto ormai come nemico dopo l’8 settembre ’43.I bombardamenti americani affliggono la città cinese di Hankow, dove Massi continua ad essere punto di riferimento per i fedeli e per tutta la popolazione locale. Il 10 dicembre 1944, i danni provocati da una incursione aerea mettono fine alla sua luminosa esistenza terrena.”Tutti, anche i non cristiani, ci fermavano sulla strada volendo mostrare la loro partecipazione al nostro comune cordoglio”, racconterà successivamente Padre Alessio Benigar.
Per ulteriori informazioni, vi segnaliamo la biografia pubblicata sul sito dell’Associazione “Monsignor Eugenio Massi” al seguente link
http://www.associazioneeugeniomassi.it/Documenti/Vita_Eugenio_Massi.pdf
Segnaliamo anche il volume “Mons. Eugenio Massi o.f.m: vescovo e vicario apostolico di Taiyuanfu, Sianfu e Hankow (Cina, 1875-1944): piccola biografia di un grande missionario”. L’autore è Alfredo Berta. Edizioni “Biblioteca francescana”, 1955.
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