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Sergio lo abbiamo conosciuto all’incirca un anno fa, durante un evento gastronomico. Fin da subito ci ha affascinati con il suo progetto e per la carica emotiva che dirompe quando parla di Castignano, il suo paese, e dell’anice verde. Sergio ci ha accolto assieme alla moglie nel suo studio. Davanti ad una tazza di tisana rigorosamente all’anice, ci ha raccontato di sé, rivelandoci una scoperta davvero interessante.
Chi è Sergio Corradetti? Parlaci di te.
“Sono nato a Castignano il 19 giugno del 1955. Geometra, e me ne vanto, una sola moglie -sorride sornione- e tre figli. Sono l’ideatore e il responsabile del progetto di salvaguardia e valorizzazione dell’anice verde di Castignano”.
Perché l’anice verde a Castignano?
“L’anice verde si produce e coltiva a Castignano; grazie alle particolarità del suolo e del clima, la concentrazione di aromi e profumi superiori rendono l’anice unica. Tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 la produzione annua raggiunse gli 80 quintali. In passato veniva chiamata l’oro verde, poiché rappresentava un valore aggiunto nel rendiconto delle famiglie e consentiva loro di togliersi quegli sfizi che, in altra maniera, non potevano permettersi. Una storia narra che la moglie di un commerciante di anice verde di Castignano, intermediario di Meletti (l’Anisetta Meletti deve il suo successo all’utilizzo dell’anice verde di Castignano), sottraesse, di tanto in tanto, dei chili di anice al raccolto. Così facendo, riuscì a far studiare un figlio all’Università di Bologna”.
Come è nato il progetto di salvaguardia dell’anice verde di Castignano?
“Il progetto parte alla fine degli anni ‘80, quando ero consigliere presso la Cassa Rurale ed Artigiana di Castignano (ora Banca di Credito Cooperativo Picena). Già allora la crisi dell’agricoltura si stava evidenziando e, come Cassa Rurale, dovevamo stimolare gli agricoltori verso la possibilità di diversificare la produzione agricola con prodotti di nicchia, affinché potessero avere un tornaconto dalla loro faticosa attività. Con l’entrata in vigore di una direttiva europea che orientava proprio verso un’agricoltura tradizionale e di valorizzazione dei prodotti tipici, organizzammo una serie di convegni ed incontri con gli agricoltori. In quell’occasione partì l’idea della valorizzazione dell’anice verde di Castignano. Qualche anno fa, dopo essermi reso conto che l’anice verde di Castignano stava per estinguersi (restava un unico produttore, della famiglia di Villa Luigi), iniziai il progetto garantendo l’ecotipo di anice castignanese con l’inserimento del seme nella “Banca del Germoplasma”. Poi lo feci riconoscere nel Repertorio delle biodiversità della Regione Marche (n°55); infine individuai quattro agricoltori custodi per mantenere la produzione in sito. L’anice è riconosciuta come una biodiversità la cui resa rischia un’altissima erosione; deve essere tutelata. In particolar modo stiamo lavorando alla sensibilizzazione verso l’utilizzo dell’anice verde al di là della liquoristica, anche per fare le tisane, i dolci e nella gastronomia, come avveniva nella mia famiglia e in quelle dei castignanesi”.
Qual è il segreto dell’anice verde?
“In passato la medicina era basata semplicemente sull’utilizzo di prodotti naturali. Le proprietà benefiche dell’anice sono storicamente riconosciute in diversi scritti, tant’è che Carlo Magno ne agevolò la commercializzazione, liberandola dal pagamento del dazio. Quella che oggi definiamo la Quintaessenza, in termini alchemici, altro non è che l’olio essenziale dell’anice verde. La Quintaessenza è rappresentata graficamente da due triangoli equilateri incrociati, al cui centro c’è un punto. Sono rimasto allibito quando, facendo un’osservazione sulla disposizione dei rami e dei frutti, ho scoperto la perfetta corrispondenza tra il doppio triangolo nell’immagine della Quintessenza e le simmetrie dei fiori. È sorprendente!”
Progetti futuri sull’anice verde?
“Il primo è quello di portare a compimento l’associazione dei produttori dell’anice verde di Castignano e ottenere il riconoscimento della denominazione comunale di origine (De.co). Inoltre, con il sostegno dell’Università di Camerino, della Regione Marche e del BIM (Bacino Imbrifero del Tronto), abbiamo avviato un dottorato di ricerca. Dai primi rilevamenti è emerso che l’anice verde è ottimo nella prevenzione del melanoma. È un progetto visto di buon occhio anche da sistemi universitari e centri di ricerca internazionali. L’11-12-13 aprile 2014 organizzeremo “Anis”, il primo festival dell’anice verde di Castignano. Ci saranno convegni, seminari, un mercatino con gli agricoltori custodi dell’anice verde e di altri prodotti unici del territorio marchigiano, cene a tema e laboratori”.
Che rapporto hai con Castignano e i castignanesi?
“Eccezionale ed atavico. Dal ‘50 al ‘60, nel periodo della ricostruzione, mio padre è stato sindaco del paese. Tra l’altro, la nostra casata è detta ‘Moccule’, proprio come le lampade portate in processione in occasione della fine del carnevale”.
Perché un turista dovrebbe venire a Castignano?
“In passato la nostra Comunità è stata definita la ‘molto magnifica comunità castignanese’. Evidentemente, è una popolazione amichevole, in grado di mettere a proprio agio chiunque; sicuramente è qualcosa che abbiamo ereditato anche dai piceni. Infatti, Castignano vanta l’iscrizione italica più antica finora ritrovata (V secolo a.C.): la ‘stele di Castignano’. Il linguaggio deriva dalla mediazione e dalle relazioni intessute tra diverse civiltà (greco-arcaica o greco-mediterranea, con provenienza dall’area egeo-anatolica, con influenze sabine)”.
Sergio, qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Quello di trasformare Castignano in capitale della produzione delle erbe officinali; una tradizione antica e storicamente riconosciutagli fin dal 1100, che, se compresa e perseguita con fiducia, sarà in grado di restituire alla nostra agricoltura quelle stesse opportunità avute in passato”.
Sergio, grazie per l’intevista e in bocca al lupo per i tuoi progetti.
“Grazie a voi ragazzi, è stato un vero piacere”.
Luca Marcelli – luca.marcelli1980@gmail.com
Valentina De Felice – valedf83@libero.it
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