Nell’ala destra del Palazzo dei Podestà di Ripatransone si trova il Teatro Comunale Mercantini. Il Palazzo del Podestà fu completato nel 1304 ed è un esempio del passaggio dall’architettura romanica a quella gotica. Le ali del palazzo invece, sia la sinistra che questa destra che ospita il teatro, sono state completate nell’800, così come il secondo piano dell’edificio, con le sue finestre quadrate. Fin dal XVIII secolo i ripani sentirono il bisogno di mettersi alla pari di tutte le altre importanti città marchigiane, le quali disponevano di un teatro comunale. Per quanto ambiziosa però, l’ispirazione non trovava consensi, specialmente da parte dell’autorità religiosa e del clero. Altro ostacolo era l’impossibilità di trovare un’ubicazione dell’edificio che avrebbe ospitato il teatro. Successivamente si ebbe l’idea di trasformare in teatro il Palazzo del Podestà, anche se le difficoltà di attuazione furono numerose. Nel 1790 il progetto fu affidato all’architetto svizzero Pietro Maggi che lavorò molto ad Offida (Teatro Serpente Aureo, Ospedale, Chiesa della Collegiata) e a Grottammare (Teatro dell’Arancio e sistemazione di Piazza Peretti). Il teatro fu inaugurato nel 1824 con il nome di Teatro del Leone, in onore al simbolo della città. I lavori, proseguiti dall’architetto Bassotti, terminarono definitivamente nel 1843 quando venne inaugurato con l’esecuzione della Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti. Un successivo ampliamento aumentò il numero dei palchi dagli iniziali 44 a 50. Nel 1894 il teatro fu intitolato al poeta ripano Luigi Mercantini, amico di Garibaldi per il quale compose l’Inno di Garibaldi (Si scopron le tombe, si levano i morti) e la Spigolatrice di Sapri (Eran trecento, era giovani e forti, e sono morti). Nel 1956 le autorità stabilirono la chiusura del teatro, perché inagibile. I lunghi ed accurati lavori di restauro sono cominciati nel 1980 e sono terminati nel 2000. Di nuovo nel 2008 il teatro è stato nuovamente chiuso per lavori di manutenzione ed è stato riaperto al pubblico il 14 aprile 2012 e la sua gestione è stata affidata alla Fondazione “Luigi Mercantini”. Il sipario storico del teatro è una tela del 1811 del faleronese Giuseppe Ruffini che presenta l’episodio della cosiddetta Virginia ripana: nel 1515 una ragazza venne rapita da mercenari spagnoli e preferì uccidersi, aiutata dal padre, piuttosto che sottomettersi alla violenza. Il nome di Virginia le è stato dato per la somiglianza con l’episodio di epoca romana del centurione Lucio Virginio che preferì uccidere la figlia pituttosto che sottometterla alle voglie del tiranno Appio Claudio. Le decorazioni all’interno della struttura risalgono al 1875 e sono opera di Giovanni Micca. Ha un variopinto uditorio su pianta a U allungata, con tre ordini di palchi senza loggione. Possiede una capienza di circa 250 spettatori.
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