Il nucleo originario della raccolta della Pinacoteca di Ripatransone proviene in buona parte dal patrimonio religioso pervenuto alla pubblica amministrazione a seguito della soppressione, nel 1866, degli ordini religiosi. In realtà la ricchezza e la varietà della collezione si devono ad una serie di fattori sinergici, primo dei quali la passione e l’interessamento del canonico Don Cesare Cellini. Non sono, inoltre, da trascurare le donazioni delle nobili famiglie Ripane che, in questo modo, manifestavano quel desiderio di civica virtù di cui si nutrì la neonata nazione italiana. All’interno della collezione spiccano sette tavole di Vittore Crivelli, dipinte con colori a tempera, provenienti da polittici smembrati: Madonna in trono con Bambino tra San Marco e San Lorenzo, San Giovanni Battista, San Leonardo, Beato Giacomo della Marca, San Placido; tutte opere realizzate con estrema raffinatezza decorativa mutuata dal fratello Carlo, anche se una certa ripetizione dei moduli compositivi, fissati nel tempo, denotano una competenza e un’abilità più artigianale che creativa. Due affreschi, recuperati con la tecnica dello strappo, di Giacomo da Campli. Tre opere di Vincenzo Pagani tra le quali Madonna in gloria con Banbino e Santi (olio su tavola 248-165 cm.). Originariamente la tavola centinata era ubicata sull’altare maggiore della chiesa di San Michele Arcangelo. Eseguita nel 15291, fu commissionata da Pietro Giovanni Spina. L’iconografia della Vergine è di chiara derivazione raffaellesca che, pur non essendo diretta, rivela molto probabilmente una conoscenza delle incisioni del Maestro tratte dalle stampe del Raimondi (S. Papetti 1993). Seduta su morbide nubi che creano per la loro plasticità un gioco chiaroscurale, trattiene il Bambino sfuggente. I tratti fisionomici confermano la mano dell’artista: volto largo e tondo, lineamenti delicati, occhi e bocca piccoli. Gli angeli con vesti e nastri svolazzanti che le fanno da contorno richiamano la matrice umbra. In primo piano la statuaria figura di San Michele, con grandi ali piumate minuziosamente descritte, è fiancheggiata da un lato da San Giorgio, intrappolato nella sfavillante armatura metallica, dall’altro lato da San Martino con gli attributi episcopali. Il luminoso paesaggio diventa lo strumento di raccordo tra le due parti contrapposte (terra-cielo). Seguendo l’asse verticale della tavola gli elementi simbolici offrono una chiave di lettura legata alla morale cristiana: lo mperador del doloroso regno è sconfitto dal bene trionfante ch’è la luce divina… penetrante per l’universo. La Madonna in trono con Bambino e SS. Caterina, Nicola da Tolentino, Giuseppe e Agostino (olio su tela 241-177 cm.) fu acquistata, invece, nel 1970 da Uno Gera insieme all’altare ove era inserita. L’iconografia del panneggio sorretto da angeli ricalca le invenzioni lottesche, mentre le tonalità calde dei panneggi artificiosamente ricchi e gonfi richiamano le linee formali della prima maniera. La sacra conversazione si svolge in un ambiente raccolto e rassicurante ove spicca il trono marmoreo con il classico rombo in parte nascosto dallo stemma della famiglia Fascitelli. Ricca la quadreria dell’ottocento con opere di autori italiani come Morelli, Ciani e stranieri come Alexandre Calme, Charles Robert L.. Tra gli incisori spiccano i capolavori di Federico Barocci, Giovan Battista Piranesi e Bartolomeo Pinelli.
MUSEO ATTUALMENTE CHIUSO PER LAVORI DI RESTAURO
Altri monumenti a Ripatransone
Lascia un commento