In origine la sua denominazione era “Burdentis” e poi fu cambiata in “Verdiente” o “Verdente”, dall’errata pronuncia delle popolazioni locali. Costruita nel XIV secolo dai farfensi, è nata come chiesa-oratorio di servizio per i monaci, mezzadri e famigliari che lavoravano nei campi limitrofi ed a volte la chiesa poteva essere utilizzata anche come riparo d’ emergenza in caso di maltempo. La struttura dell’edificio, senza campanile, è piuttosto semplice: a base rettangolare con un’abside sul lato est e la porta d’ingresso sul lato meridionale. Il tetto è a capanna con copertura in coppi. Il materiale usato per la costruzione è la pietra spogna, una roccia calcarea leggera simile al travertino. L’ interno riceve luce da quattro piccole aperture e presenta un bellissimo ciclo di affreschi risalenti alla seconda meta’ del 400; questa decorazione è dovuta al voto fatto dalla comunità di Capradosso in occasione delle epidemie pestilenziali del 1457 e del 1462-63, che fecero molte vittime nelle terre picene. In particolare i notabili sopravvissuti fecero raffigurare sulle pareti la Vergine e tutti i Santi “per lo piu’ dominicani” invocati come protettori durante l’infuriare del morbo. Troviamo, oltre la scena dell’Annunciazione che occupa la parete sopra l’ altare, una serie di affreschi che raffigurano la Madonna con il Bambino, la Vergine in trono, lo Sposalizio mistico di santa Caterina, Santa Scolastica e San Vincenzo Ferreri. La scuola pittorica che affrescò l’oratorio nello stile di transizione tra il gotico e il rinascimentale, è sicuramente di ascendenza toscana, abile e molto particolareggiata nelle figure.
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