Su una pergamena, di cui dispone lo studioso e ricercatore Don Adalberto Bucciarelli, datata 1° maggio 1655, si dice che su petizione del vescovo Giovanni Paolo Bucciarelli e alla presenza di una commissione appositamente incaricata, un lenzuolo di lino di eguale misura é stato fatto combaciare con il lenzuolo della Sacra Sindone e che, a seguito di quest’operazione, é rimasta impressa l’immagine del tutto simile all’originale. Non si fa però menzione del sistema usato per ottenere la riproduzione. Una lapide di marmo commemorativa del citato vescovo Bucciarelli, posta dal fratello Massimo, osservante la regola francescana, si trova all’interno della chiesa di S. Francesco e ricorda, tra gli altri meriti, l’incarico del suddetto come segretario presso il cardinale Federico Borromeo (il cardinale dei Promessi Sposi). Ora va ricordato che vicino alla lapide si trova un grosso altare di legno con una tela raffigurante S. Carlo Borromeo (da notare il legame con Federico Borromeo) inginocchiato dinanzi ad un altare, e ancora più in alto una tela più piccola anch’essa del tardo ‘500, raffigurante Gesù che osserva un lenzuolo disteso. Questi due dipinti dimostrano lo stretto legame esistente fra la famiglia Borromeo e la Sacra Sindone. Il clero locale stesso sapeva poco sulla presenza della reliquia e forse ciò è conseguente al fatto che questa ha interessato per secoli i soli francescani del convento, che ne erano gelosi custodi. La tradizione orale tramanda comunque, che l’estratto sia stato voluto al fine di avere una Sindone di proprietà ecclesiastica, perché quella di Torino apparteneva ai Savoia e che essa doveva forse essere custodita in posto riservato, periferico e sicuro. Ora la Sindone è conservata nella chiesa di S. Francesco e custodita in una teca, con davanti cento lumi, tanti quanti quelli che, secondo la leggenda, accompagnavano la Sindone durante le processioni durante carestie, siccità e guerre. La Sindone di Arquata non è una copia ma un estratto dall’originale e perciò, anche se infinitesima, una parte del sangue di Gesù è in essa riposta e questo, per chi crede, costituisce motivo di profonda riflessione e meditazione. Per gli altri, il prezioso documento, così strettamente legato alla cultura del paese e a famosi personaggi del passato non può non rappresentare un fatto meraviglioso.
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