Situata in località Marsia. Si eleva sopra un promontorio il lato absidale che si profila a monte della strada 78 è l’unica componente dell’assetto esterno che mostra ancor oggi intatta la sua conformazione originaria. La parete , tutta edificata in filaretti di pietra arenaria, è rilavata da un’abside a pianta semi circolare. A stringere sull’abside si osservano le due coppie simmetriche di monofore che illuminano l’aula e la sottostante cripta. Proprio la collocazione dell’edificio sul declivio del terreno consenti nel modo più opportuno la ristrutturazione a due piani dell’area presbiterale. L’abside si presenta decorata da una sottogronda di archetti pensili, elegantemente suddivisi in tre sequenze da due lesene che sorreggono la fascia degli archetti stessi delineando tre ampi murari rientrati sul filo della parete. Le lesene non raggiungono terra, ma si fermano in corrispondenza di una fascia basamentale lungo la quale si sviluppa la cripta. Due finestre aperte sulla mezzeria dell’abside illuminano l’aula e la cripta stessa. Di particolare interesse è la finestra che si apre a mo’ di feritoia sul presbiterio, ampiamente strombata e con inquadratura rettangolare, a suggerire l’omologia tipicamente medievale tra l’edificio sacro e il bastione di difesa. L’antica aula era collegata alla cripta da due scalinate laterali tutt’oggi praticabili. A fianco della scala sinistra si osserva una pregevole frammento di affresco del sec. XIV. Ai lati di una perduta Madonna dal solenne manto si evidenziano le due vivaci e graziose figure dei committenti, una donna e un uomo: si tratta di due coniugi, la donna inginocchiata, l’uomo in piedi, entrambi a mani giunte con il volto proteso verso la Vergine. La finezza miniaturistica dei lineamenti e l’efficace caratterizzazione delle vesti e delle capigliature, rivelano una mano delicata e sapiente. La forte sopraelevazione della cripta, la cui pavimentazione si trova poco ad di sotto del piano di campagna, conferiva al presbiterio un forte effetto scenografico, con l’alta parete degli ingressi interrotta nel mezzo dalla scala di collegamento all’altare. Il sollevamento del piano pavimentale dell’aula ha sensibilmente attutito quest’effetto. La cripta è un ambiente di grande suggestione, completamente indenne da rimaneggiamenti. La sua scoperta risale al 1934.A riflettere la tripartizione del fronte absidale, l’area corrispondente al soprastante presbiterio è suddivisa in tre navate da sei colonne libere che sorreggono dodici volte a crociera. Le colonne sono più propriamente pilastri a base circolare, essendo composte da filari di pietra arenaria. I capitelli sono costituiti da blocchi parallelepipedi di pietra calcarea svasati sugli angoli. Si tratta di una forma che traspone in modi estremamente scabri una pratica decorativa riscontrabile nei capitelli delle cripte romaniche, laddove quattro foglie d’acanto vengono delineate smussando gli angoli del càlato. In un caso, si nota una base di colonna che presenta, in simmetria, la medesima conformazione del capitello; nello stesso esemplare si nota inoltre che all’attacco del fusto quattro lievi incassature triangolari corrispondono alle svasature della base sottostante. Le volte, suddivise da archi di sostegno, formano campate di forma quadrata. Le pareti d’ambito sono finemente ritmate dai semi pilastri che sorreggono gli archi di sostegno delle volte, facendo altresì da imposta, sulle apposite ali laterali, agli archi che inquadrano a rilievo le campate delle pareti stesse. In alcuni casi i semi pilastri sono coronati da fini mensoline. L’ accuratezza costruttiva si unisce all’ingegnosità grazie al gioco delle sporgenze e delle rientranze unito al ritmo delle molteplici ghiere che incardinano e suddividono l’ambiente. Le calotte absidali della chiesa e della cripta sono inquadrate sul fonte da un arco a doppia ghiera. E’ da notare che alla base dell’abside della cripta si evidenzia l’imposta di due lesene che nelle intenzioni iniziali dovevano suddividere in tre settori la struttura basale della calotta, a mo’ della conformazione esterna. Le corrispondenze tra le calotte dell’abside, l’euritmica suddivisione della parete esterna dell’abside stessa in chiara armonia con la ritmica profusa all’interno della cripta, la simmetria delle aperture del fonte absidale, non lasciano dubbi sull’omogeneità del complesso.
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