La chiesa di Santa Maria in Lapide è, situata tra le frazioni di Forca e Migliarelli. L’attuale assetto della chiesa originaria, della quale rimangono il capo croce e alcune pregevolissime elementi costruttivi e decorativi della facciata scomparsa e degli altrettanto perduti fianchi laterali dell’unica navata, è stato interessato da una campagna edilizia che ne ha comportato la pressoché totale ricostruzione nella seconda metà del sec. XV e XX. A questa fase costruttiva è forse inerente all’epigrafe tuttora osservabile nella muratura esterna del transetto e che tramandava, stando al Leporini (1973), la data di costruzione dell’edificio attuale, oggi non più leggibile: 1491. A giudicare dalla fattura delle elementi decorativa della facciata scomparsa, con particolare riferimento alla portale principale d’ingresso, l’edificio richiese l’opera di maestranze lombarde allora particolarmente attive nella città d’Ascoli Piceno e nel territorio il quale però, ben lungi dall’imprimere un carattere distintivo all’intera chiesa in conformità a caratteri di un distinto bagaglio stilistico e culturale, limitarono il loro intervento creativo alle sole elementi qualificative dell’organismo. Tali elementi furono immesse in una situazione architettonica del tutto riconducibile a una tradizione costruttiva ben radicata nel territorio piceno, una tradizione che fu tutt’uno con l’opera civilizzatrice profusa dai monaci benedettini. La pianta a croce latina con la navata unica che confluiva nel superstite transetto, la presenza, soprattutto nel lato conclusivo privo d’abside, d’elementi atti a garantire il controllo della zona e la difesa dell’inserimento (feritoie, posterle, mensole per il sostegno d’apparati mobili), si ricollegano, infatti, a una cultura architettonica ben diffusa nell’entroterra piceno a partire dal sec. A. Non mancano poi i caratteri distintivi che fanno di S. Maria in Lapide, aldilà del suo indiscutibile valore storico – architettonico, un vero e proprio unicum edilizio: si guardi in particolare a come il transetto, si qualifica come un compatto e imponente complesso che non si limita ad accogliere i corrispondenti vani della chiesa, ma si presenta strutturato a più piani, accogliendo ulteriori ambienti ricavati in elevazione rispetto alla struttura della chiesa stessa. Evidentemente, si attua una straordinaria fusione tra valori rappresentativi ed esigenze abitative e difensive.
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