La Chiesa votiva della Madonna delle Grazie (detta del Cardinale) è una costruzione ottagonale costruita per voto del Cardinale Bandini a ringraziamento per grazia ricevuta. Si era nel 1599, il Cardinale Ottavio Bandini, Legato del Papa nelle Marche, faceva un viaggio a cavallo nelle colline venarottesi. In un passaggio difficile, il suo cavallo si spaventò e, scavalcato violentemente a terra, il prelato si fratturò una gamba contro la roccia. Venne trasportato nella non lontana Chiesa di Venarotta, ma per i disagi del trasporto e la mancanza di cure adeguate ed immediate, la piaga lungi dal guarire si estese si infiammò sempre più, fino ad andare in cancrena. I chirurghi, accorsi forse tardi, non videro altra soluzione che quella di amputare la gamba. Ma dovettero rinunziare anche a questa soluzione, data la estrema debolezza e la prestrazione in cui versava il paziente tanto che sembrava ormai inevitabile la fine. A questo punto si parlò di fra Serafino, del convento cappuccino di Ascoli, della sua santità e di prodigi avvenuti per le sue preghiere. Il Cardinale ordinò allora che fosse mandato a prendere. Fra Serafino giunse in fretta accompagnato dal guardiano. Il fratello stesso del Cardinale, Mario Bandini, accolse i due religiosi e narrò l’accaduto e la situazione critica e disperata del paziente. Ma fra Serafino lo rassicura: Fiducia in Dio! Sua Eminenza guarirà. “Non è possibile che un gran Prelato così buono e così pio, muoia qui in questo luogo deserto”. Intanto Serafino venne introdotto presso il cardinale e restò a lungo in preghiera, quindi segnò e toccò la parte malata col suo Crocifisso. L’effetto fu immediato. “Dalla piaga scaturisce un fiotto di pus, e subito appresso il sollievo e la guarigione dell’ammalato”. E’ veramente un miracolo! Colui che pochi istanti prima era sul punto di rendere l’ultimo respiro, si alzò. Pieno di riconoscenza il Cardinale, a ricordo del miracolo, fece costruire a Venarotta la chiesetta, che ancora esiste, nella quale si ammirano due quadri, rappresentanti l’uno la caduta e l’altro al guarigione miracolosa (S: Serafino di P. Costante da Pelisanne). I dipinti della chiesa sono stati eseguiti dal rinomato Simone de Magiustris di Caldarola e l’edificio è ottagonale, e misura palmi 34 di larghezza e palmi 36 di altezza. Ha due ingressi di travertino; il maggiore guarda a mezzodì, l’altro guarda a ponente.
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