Il borgo di Trisungo si allunga ai bordi della vecchia consolare, sulla riva destra del fiume Tronto. Nel XVI secolo esso era già sviluppato e la vecchia chiesa parrocchiale di San Giacomo non era più sufficiente per le esigenze della popolazione divenuta numerosa. Fu per questo motivo che le 25 famiglie Petrucci (senz’altro il cognome più diffuso in zona!) residenti nel villaggio inviarono una petizione ai canonici di San Giovanni in Laterano per avere il permesso di costruire un nuovo edificio religioso al di qua del fiume. L’edificio, ad una sola navata e col tetto a capanna, presenta un portale del sec. XVI, con elementi quattrocenteschi. Il bel campanile, dal tetto aguzzo, è costruito, come il portale, in pietra arenaria locale. La chiesa fu decorata con pitture murali e con un altare in pietra arenaria, dedicato alla Madonna delle Grazie. Nel 1832 sulla parete di sinistra fu aperta una nicchia per ospitare una tomba gentilizia; successivamente un’altra nicchia fu aperta per ospitare l’altare ligneo dedicato alla Madonna Addolorata e al Cristo Morto. La Chiesa fu restaurata nel 1932 e furono rinvenuti allora sette affreschi, di autori diversi, della fine del sec. XVI e del successivo. Il più interessante , oltre ovviamente alla Madonna in Trono con Bambino del Ricci, è quello situato al centro della parete destra, raffigurante Sant’Antonio abate in atteggiamento benedicente, riconoscibile da una serie di elementi. In primo luogo, il tau sulla pellegrina gialla, emblema che nel Medioevo identificava il santo eremita; poi, dalla campanella sul pastorale e, infine, dal muso del porco che fa capolino in basso. Sullo sfondo, un paesaggio agreste con uccelli e greggi di ovini governati da pastori e, in alto a destra, una chiesa (probabilmente quella di San Giacomo, prima che fosse portata via da una piena del Tronto). Ai lati, due candelieri e, in basso, sotto la cornice, la scritta: TEMPORE REVENNI PIETRAGNILI PETRUTTII.
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