Sacerdote francescano del XV secolo, nasce a Monteprandone nel 1393 e fu battezzato con il nome di Domenico; il padre si chiamava Antonio “Roscio” (Rossi) detto Gangàle, la madre, forse, Tonna (Antonia) [fonte Treccani]. Si laureò in giurisprudenza a Perugia intorno al 1412. Nel luglio del 1416 lasciò l’avvocatura per entrare nell’Ordine dei Frati Minori. Fu consigliere di papi e re, grande predicatore e pacificatore, nunzio apostolico nell’Europa dell’Est. Costruì conventi, biblioteche, ospedali e orfanotrofi; diede statuti civili a 11 città e fu il primo a ideare i Monti di Pietà. Morì a Napoli il 28 novembre 1476. Venne canonizzato nel 1726 da Papa Benedetto XIII. Le spoglie mortali del Santo riposano a Monteprandone, nel Santuario a Lui dedicato.
LA GIOVANE ETÀ
Di famiglia umile e modesta, venne istruito da un parente sacerdote nel vicino borgo piceno di Offida. Lo zio lo inviò nella città di Ascoli Piceno a studiare grammatica. Da lì si recò a Perugia per studiare Diritto. Visse come precettore nella casa del giurista Francesco di Baldo degli Ubaldi. Quando costui, verso gli anni 1412-14, si trasferì a Firenze, Giacomo (ormai dottore in diritto) lo seguì esercitando la funzione di “officiale”. Nel 1416 fu notaio alla segreteria comunale di Firenze e giudice di pace nel castello di Bibbiena. Nel medesimo anno, entrò nell’Ordine francescano presso la Porziuncola di Assisi. Da quel momento, ser Domenico di Antonio Gangàle di Monteprandone assumeva il nome di Frate Giacomo della Marca.
LA PREDICAZIONE
La sua predicazione è fortemente ispirata a quella di San Bernardino da Siena. Frate Giacomo della Marca mutuò dal maestro le tecniche vocali e gestuali, i contenuti e la struttura del sermo, prediligendo la trattazione di temi etico-politici, utilizzando materiali provenienti dai testi della teologia morale e del diritto canonico; faceva un ampio uso degli exempla, spesso presentati in forma drammatizzata; utilizzava per lo più il volgare [fonte Cristina Siccardi, santiebeati.it. Gli obiettivi polemici ricorrenti nella sua instancabile predicazione erano le pratiche superstiziose, il lusso, in particolare quello femminile, il gioco, la bestemmia, l’usura, tema questo al quale si collega la promozione di Monti di Pietà proprio per liberare le vittime degli usurai. Riservava grande attenzione al tema della pace all’interno delle città. Proponeva la creazione della figura istituzionale del paciere e, in qualche caso, come a Visso nel 1425-26, si assunse in prima persona il ruolo di mediatore [fonte Treccani]. Anche in quei primi anni di apostolato, la sua predicazione si appunta contro i movimenti ereticali, come negli anni dal 1423 al 1425 quando predicò nella zona di Jesi contro la setta dei “fraticelli”. Affiancò il confratello Giovanni da Capestrano, nominato in quello stesso anno inquisitore. Subirono nel 1426 un attentato da parte di sicari prezzolati da alcuni aderenti alla setta, ma continuarono la loro opera di predicazione e di repressione nei confronti degli eretici almeno fino al 1430.
ALL’ESTERO
Come avvenne per altri eminenti Francescani dell’epoca, anche Fra Giacomo della Marca venne inviato a proseguire il suo apostolato all’estero. Fu in Dalmazia, in Bosnia, dove si adoperò per imporre a tutti i frati il ritorno in convento e il rispetto di una rigorosa povertà. Anche nei Balcani, lottò con la sua predicazione contro i movimenti ereticali. Fu in Ungheria, più volte. Dal 1440 fino alla morte l’attività di Frate Giacomo della Marca si svolse quasi tutta sul territorio italiano, non solo nell’Italia centrale, ma anche al Nord (Milano, Brescia, Venezia, Padova, Ferrara e Mantova dove tenne vari cicli di predicazione che ebbero grande successo). Fondò confraternite, promosse la riforma di alcuni statuti comunali, pacificò fazioni in lotta nella stessa città e tra diverse città. Interveniva come mediatore sui problemi legati alla delimitazione dei confini. Inoltre a più riprese ebbe il compito di predicare a favore della crociata contro i Turchi.
LA BIBLIOTECA
Nell’ultima fase della sua vita, costituì la biblioteca del convento di Santa Maria delle Grazie di Monteprandone, fondato nel 1449, nella quale riuscì a radunare circa 200 codici. Alcuni li copiò egli stesso, altri li fece cercare e li acquistò. Testi biblici, esegetici, testi della tradizione classica, sermonari, testi di grammatica: questa biblioteca era costruita su misura per le esigenze dei predicatori dell’epoca, una vera e propria “officina del predicatore”, oggi un documento storico unico (pur se a Monteprandone sono rimasti 60 codici).
LA MORTE
Morì il 28 novembre 1476 a Napoli, dove venne inviato dal Papa Sisto IV nonostante fosse anziano e malato. Fu sepolto nella chiesa di Santa Maria la Nova, in una cappella a lui dedicata. Nel 2001 il corpo incorrotto è stato traslato nella sua Monteprandone, nel Santuario “Santa Maria delle Grazie”.
Fu beatificato da Urbano VIII nel 1624 e canonizzato da Benedetto XIII nel 1726. Operò numerosi miracoli in vita.
San Giacomo della Marca è fra i patroni di Napoli, Mantova e Monteprandone.
Link utili:
la voce dedicata a San Giacomo della Marca sull’Enciclopedia Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/giacomo-della-marca-santo_(Dizionario-Biografico)/
Iconografia: la pagina sul sito del Santuario Santa Maria delle Grazie di Monteprandone http://www.sangiacomodellamarca.net/SAN_GIACOMO_DELLA_MARCA_arte.htm#target
Biografia: la pagina sul sito del Santuario Santa Maria delle Grazie di Monteprandone http://www.sangiacomodellamarca.net/SAN_GIACOMO_DELLA_MARCA.htm
Biografia: la pagina sul portale “Santi e beati” http://www.santiebeati.it/dettaglio/35550
Bibliografia: informazioni utili sulla pagina di Wikipedia dedicata a San Giacomo della Marca http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_della_Marca
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