“L’ambiente ascolano è sorprendente: una città così piccola è sempre stata protagonista, prima a livello alpinistico, ora sportivo.
Perchè arrampicare?
Primo: per ricercare l’essenzialità delle cose; l’arrampicata è una delle migliori modalità per sperimentare l’essenzialità del movimento.
Secondo: perchè arrampicando non dimentichiamo il desiderio infantile di giocare.
Terzo: per visitare nuovi posti; intorno all’arrampicata si può costruire un bel viaggio.
Quarto: perchè è un elemento socializzante.
Quinto, infine: le persone che vengono con me hanno spesso fatto tanti sport con ottimi risultati, ma con la roccia hanno sbattuto i denti. L’arrampicata ha punito la loro presunzione, perchè è espressione pura dell’agonismo. Non contano i mezzi tecnici, ma quello che sei capace di fare realmente. In questo senso posso dire che è uno sport vero….
In arrampicata ho attraversato tre fasi. Quella della meraviglia: come quando leggi un libro nuovo. Quella delle ambizioni e delle grandi realizzazioni: in cui sei disposto anche a rischiare. E quella individuale: ora arrampico per me, libero da ogni interferenza esterna. E’ la più bella. La più matura.”
Da un’intervista a Tiziano Cantalamessa (1956-1999) il migliore alpinista del centr’Italia degli ultimi tempi.