Lu bove fint

A caratterizzare il Carnevale offidano è la manifestazione de “Lu Bov Fint”, consistente in una farsesca caccia a un bue oggi finto, ieri vero. Si tratta di una manifestazione che conserva integra la propria identità, mantenendo una sana impronta di creatività popolare. Nell’attuale struttura del Carnevale, essa s’inserisce tra i veglionissimi d’apertura, il giovedì grasso. Il venerdì grasso, fin dalle prime ore del pomeriggio, un finto bove, costituito da intelaiatura di legno e ferro, rivestita di panno, che è portato da agili uomini che lo conducono per le vie del paese è seguito da una folla di giovani con indosso una veste bianca detta “guazzarò” (una volta, uniforme di campagna). Quella del Bove Finto è una caccia al bove, una sorta di corrida, in cui però l’animale non combatte contro un singolo individuo, ma contro tutti. A ritmo serrato, il bove è istigato da urla e schiamazzi di centinaia di persone sfrenate. Gli abili portatori guidano i movimenti dell’animale, ampie giravolte, corse e incornate in cui è espressa la furia dell’animale. Lo spettacolo è avvincente e non senza momenti di panico provocati dall’ebbrezza del vino che scorre in abbondanza durante la festa. All’imbrunire il bove è simbolicamente ucciso facendo toccare le corna dello stesso sulla colonna del municipio che ancora oggi reca il gancio su cui era legato il bue, in passato, quando era vero. In seguito è portato in processione per le vie del paese come trofeo. Le storie locali dicono poco o nulla sulle origini di questa singolare manifestazione; per alcuni essa è la rievocazione di antiche corride introdotte dagli Spagnoli in occasione della loro dominazione in Italia; per altri si tratta, invece, della rappresentazione di un’antica usanza finalizzata ad allietare le mense dei poveri nell’ultimo giorno di Carnevale, consistente nel mettere a disposizione la carne di un bue in precedenza cacciato e mattato.
Data di svolgimento: Il venerdì grasso di carnevale
Luogo: Offida

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