Si tratta di una pregiata oliva DOP da tavola – ottenuta dalla varietà di olivo “Ascolana tenera” – prodotta in provincia di Ascoli Piceno e in alcuni comuni della Provincia di Teramo. Il disciplinare della DOP prevede la possibilità di utilizzo della denominazione sia per la classica salamoia, sia per l’oliva ripiena. Al metodo di conservazione “al naturale” si aggiunge, infatti, un utilizzo legato alle tradizioni alimentari picene che fin dal 1600 prevedevano l’uso dell’oliva tenera farcita e fritta. Gli alti costi di produzione dipendono dalla tecnica di raccolta (a mano, una drupa per volta) che viene effettuata a partire dal mese di settembre. Ha ottenuto la DOP nel 2005. La varietà “Ascolana tenera” ha origini molto antiche. Risulta infatti citata dagli scrittori latini (Marziale) e il Papa Sisto V, originario di Montalto delle Marche ne era un suo estimatore. Come pure lo furono personaggi come Garibaldi, Puccini e Rossini. La produzione stimata è abbastanza ridotta e si aggira sui 6.000 quintali annui. Grande, tenera, dolcissima e ricca di polpa, l’Ascolana si conserva in salamoia: dopo una breve fase di fermentazione – di poco più di una settimana – le olive sono collocate in recipienti con acqua salata ed aromatizzate con il finocchio selvatico, erba odorosa cara alla tradizione conserviera della zona. Ma l’Ascolana Tenera dà il meglio di sé farcita e fritta.