Venarotta, con le sue nove frazione, si inserisce tra le valli del Fluvione e del Chiaro, a 421 metri s. l. m., in un paesaggio aspro e variegato, in cui fertili colture si alternano a ripidi pendii. Il nome deriva probabilmente da una cava di pietra o da una sorgente idrica esistente in loco, caduta in disuso o inariditasi (vena rupta). Nell’XI secolo Venarotta si costituisce libero comune, ma a partire dal 1237 la sua storia si intreccia con quella di Ascoli che la ridurrà, quasi senza soluzione di continuità, sotto il suo dominio. Nell’abitato spiccano la Chiesa dei SS. Cosma e Damiano, a pianta basilicale, e il Palazzo del Municipio, di una certa imponenza monumentale, con una pregevole facciata neoclassica. La Chiesa della Madonna del Cardinale, fatta erigere nel XVI secolo dal Cardinale Bandini, da cui prende il nome, è un’interessante costruzione a pianta ottagonale. La parte alta di Venarotta, chiamata castello, offre all’attenzione la Chiesa di San Pietro, databile intorno al XV secolo, che conserva due capitelli romanici adibiti ad acquasantiere, e la duecentesca Chiesa di San Francesco con l’antico complesso conventuale, ubicato presso il cimitero in un posto isolato e silente. Nelle frazioni di Capodipiano e di Cerreto vi sono rispettivamente: la Chiesa di San Flaviano, di origine farfense, eretta nel XVII secolo, e la Chiesa di San Salvatore, con un portale cinquecentesco, che ha custodito a lungo una pala d’altare di Pietro Alemanno, firmata e datata 1485, attualmente esposta nel Museo Diocesano di Ascoli Piceno.
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