Ascoli Piceno è collocata su uno sperone di roccia alla confluenza dei fiumi Tronto e Castellano. Sulla base di reperti neo-eneolitici, si può dire che sin da quell’epoca Ascoli fosse sede di un insediamento, anteriore, quindi, all’immigrazione dei Sabini. Questi ultimi, infatti, secondo un’antica tradizione, sarebbero giunti nel piceno, tra il VII e il VI sec a.C. guidati da un picchio (l’uccello sacro a Marte) e si sarebbero integrati con la popolazione autoctona, dando origine ai Piceni, che fecero di Ascoli il loro centro di riferimento. La città nel 286 a.C. fu conquistata dai Romani, denominata Asculum. Nel 91 a.C. fu in questa città che iniziò la rivolta contro Roma, con l’uccisione dei magistrati. L’assedio a cui fu posta la città dalle truppe romane, fu tale da far crollare le difese dopo qualche mese, con la relativa distruzione della città. Nel 578 fu conquistata dai Longobardi ed assegnata al Ducato di Spoleto, per poi passare alla Chiesa nel 774. Divenne comune libero nel 1185, mentre nella seconda metà del XIII sec. Federico II vi espanse la sua influenza, pur non negando importanti privilegi. Nel Medioevo si assiste in oltre ad un aumento della popolazione, ed a una forte edificazione del territorio, che rispettò comunque le preesistenti strutture urbanistiche romane. Sempre di questo periodo sono le circa duecento torri che furono innalzate nella città, di cui ancora oggi ne possiamo ammirare alcune ancora erette verso il cielo, mostrando tutta la loro possenza.Successivamente, le sue vicende seguirono quelle dell’impero romano. La stessa forza, la stessa energia che traspare dalla sua pietra simbolo, il travertini che, con i suoi affascinanti cromatismi, rende incantate le vestigia di un grande passato. Dai resti romani, via via al romanico, al gotico, e alle altre testimonianze d’arte che fecero di Ascoli la città delle cento torri, non finisce mai di riservare sorprese, specie nella celeberrima Piazza del Popolo. Impreziosita su tre lati dal loggiato con 59 archi e dalla mole con torre merlata del Palazzo dei Capitani, racchiude in sé la storia della città. Storia che si ripercorre nelle sale dalla Pinacoteca e del museo diocesano, ricchi di opere d’arte, dal piviale di Nicolò IV del sec.XIII, alle opere di Carlo Crivelli, Pietro Alemanno, Cola D’Amatrice, Tiziano Reni, Luca Giordano, G.Ghezzi, Pietro Vannini, A. De Magistris.