Arquata del Tronto situata a 777 metri s.l.m, si estende nella zona sud-occidentale della Regione Marche, a contatto con altre tre regioni: l’Abruzzo, il Lazio e l’Umbria. Il territorio in gran parte montuoso, che va dai 580 ai 2478 metri di altitudine, è attraversato in senso est-ovest dal fiume Tronto che separa la catena dei Sibillini dai Monti della Laga. Dell’origine di Arquata non si hanno notizie certe, alcuni studiosi la identificano con l’antica Surpicanum, posta tra le due “Statio” della Tavola Peutingeriana, Ad Martis e Ad Aquas. Le prime menzioni di Arquata risalgono al sec. XI. Nel 1255 si diede spontaneamente ad Ascoli ricevendone in cambio ampia autonomia. Nel corso del sec. XIV godette di una relativa indipendenza da Ascoli (1337), fino al 1429 quando il Papa Martino V cedette Arquata e il suo distretto a Norcia che fino a quel momento l’aveva contesa ad Ascoli. Dopo alterne vicende durate per tutto il sec. XV, Arquata rimase possesso di Norcia fino al sec. XVIII. Con l’invasione francese del 1809 la prefettura di Norcia fu abolita ed Arquata assoggettata a Spoleto, capoluogo di cantone, in quel periodo fu restaurata la rocca e provvista di casematte e piazzuole d’artiglieria; le fu assegnata una guarigione permanente e venne dichiarata, con le rocche di Spoleto e Perugia, il terzo fortilizio del Dipartimento. Caduto Napoleone, il governo Pontificio della restaurazione tolse Arquata all’Umbria e la incorporò nella delegazione di Ascoli Piceno, della cui Giurisdizione Pretoriale entrò a far parte nel 1832. Attualmente, oltre al capoluogo, il comune conta dodici frazioni e sul suo territorio si estendono ben due Parchi Nazionali, quello dei Monti Sibillini a nord e quello del Gran Sasso – Monti della Laga a sud. Nei paesi del comune si possono ammirare numerose testimonianze artistiche e storiche: ad Arquata la Rocca medievale fortificazione del secolo XII che sovrasta il paese con le sue due torri.(sec. XIV-XV), dove la leggenda vuole vi abbia risieduto Giovanna D’Angiò di Napoli, e la Chiesa dell’Annunziata con all’interno un crocifisso ligneo del sec. XIII). A Trisungo interessanti sono i resti della via Salaria romana, ed un miliario in travertino dell’anno 16-15 a.C. Spelonga conserva nella Chiesa di Sant’Agata una bandiera turca proveniente dalla battaglia di Lepanto (1571), oltre a numerosi affreschi del XV e XVI sec. come la Madonna di Loreto e S. Agata e un Santo Francesco opere di Panfilo Da Spoleto. Nella frazione di Capodacqua c’è d’ammirare la chiesa ottagonale della Madonna del Sole: è questo uno straordinario esempio di tempietto a pianta centrale costruito nel 1528 dalla comunità del paese. Nella Frazione Colle la Chiesa di San Silvestro, che sorge al di sopra di un alto strapiombo, conserva al proprio interno affreschi del 1511. A Borgo nella Chiesa di San Salvatore si conserva un antico Cristo Crocefisso scolpito in legno policromo di arte romanica del XIII sec., mentre nella Chiesa di San Francesco a Borgo si può ammirare un’estratto dall’originale della Sindone e la Madonna con Bambino e Santi, affresco attribuito a Cola dell’Amatrice.
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