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Paola, originaria di Cossignano, si trasferisce a Milano per lavoro. È una ricercatrice. Anche per questo motivo è costretta a migrare al nord. Si sposa, trascorre gran parte della sua vita in viaggio per via del lavoro. Poi, supportata da suo marito, circa quindici anni fa, l’idea di tornare in terra natia e cambiare radicalmente tipologia di vita e lavoro. Armata di coraggio, insieme alla sua metà, rientra nel suo borgo di origine: Cossignano, con un bagaglio ricco di esperienza. Ristrutturano il vecchio casolare di famiglia e ne fanno una vera e propria azienda vinicola e ricettiva.
“La storia che ci ha portato all’apertura di Fiorano – racconta Paola -, è una storia che parte circa quindi anni fa dall’idea di ristrutturazione della casa di campagna che avevo qui nel Piceno. L’obiettivo era quello di portare persone straniere nel posto più bello delle marche. Allora eravamo in pochi farlo”.
Il tempo vi ha dato ragione?
“Decisamente sì. La struttura che abbiamo creato è di qualità e che va incontro alla clientela. Prezzi calmierati. Il nostro obiettivo non è mai stato quello di alzare il target. La nostra filosofia è molto semplice: la vacanza, per quanto ci riguarda, deve essere alla portata di tutti. Un buon servizio, ma con un’onesta retribuzione”.
Una famiglia che da sempre ha creduto in un’agricoltura sostenibile che tuteli la qualità del cibo, del paesaggio e della vita. Sono 14, infatti, gli ettari di campagna marchigiana lavorati con passione e dedizione dalla “Cantina Fiorano” che, dall’alto delle colline – guardano verso il mare Adriatico e i Monti Sibillini -, sono certificati – da ormai quindici anni -, in “agricoltura biologica”.
“Ho una concezione di accoglienza un po’ speciale. Portare delle persone nelle Marche non è stato facile all’inizio. Tutti arrivano in terza battuta; prima, per esempio, c’è sempre la Toscana. Ed è un peccato. Poi arrivano qui e si innamorano di questa dimensione vera e non artefatta, o di un pacchetto turistico appositamente venduto. È un turismo fruibili a 360°. Ma c’è ancora molto lavoro da fare in ambito promozionale”.
L’idea della cantina Biologica?
“Ci abbiamo creduto molto. Siamo stati dei precursori. All’inizio ci hanno preso per pazzi. Negli anni ’90 eravamo gli unici qui a Cossignano in biologico. Siamo stati derisi a più non posso. Ora invece tutti si stanno muovendo per la riconversione. La stessa unione Europea lo richieda”.
Se tornasse indietro?
“Rifarei tutto. Tornerei qui. Sono favorevole all’uscita dal proprio paese, o città, per sperimentare. Poi si torna con tutta l’esperienza accumulata e si porta valore aggiunto al proprio territorio”.
Un luogo dove soggiornare, bere dell’ottimo vino Bio e vivere un’esperienza unica. Proprio lo scorso anno Fiorano è stata incoronata ambasciatrice del Biologico in Italia alla Bit di Milano.
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Salve mi chiamo Maria Teresa Montella sono un medico anche il amante delle Marche tanto da venire a lavorare in questa bellissima terra. Avrei bisogno di parlare i. Merito alle sue ricerche milanesi. Se ha tempo e modo mi può contattare per e mail e dirmi dove posso trovarla?
Grazie
Mariateresa montella