All’alba del 12 marzo del 1944, i tedeschi attaccarono. Nonostante la neve, nella notte si erano arrampicati fin sulla montagna, avevano attraversato il torrente che da Umito precipita verso il Tronto e si erano nascosti fino alle prime luci. I partigiani si nascondevano in case di contadini. Erano slavi, montenegrini, greci, ciprioti, inglesi e americani. Il primo ottobre dell’anno precedente nella casa parrocchiale di Umito era stato costituito il primo nucleo partigiano formato da ex prigionieri, reduci e locali. Molti parroci si erano messi a collaborare con i partigiani e centinaia di ex prigionieri sfuggiti ai vari campi di concentramento si erano rifugiati nella zona di Acquasanta. Attaccarono all’alba. Incendiarono undici case di contadini. I caduti di Pozza erano tutti civili disarmati. Furono svegliati dai colpi dei mitra e non riuscirono neppure a difendersi. A Umito invece i partigiani della banda Bianco reagirono. Contrattaccarono. Dopo ore di combattimenti nella neve rimasero dodici abitanti del posto e trentasette partigiani.